Come cambiano le abitudini alimentari degli Italiani: l’indagine della Coldiretti

Indagine Coldiretti sulle abitudini alimentari degli italiani

Durante l’emergenza sanitaria da C o v i d 1 9, gli Italiani hanno dato inizio a un "nuovo corso" in cucina, preparando in casa pizza, pane, pasta e dolci, con il doppio intento di combattere la noia delle lunghe giornate in lockdown e di ovviare alla difficoltà di uscire per fare la spesa.

A conti fatti, da questa iniziativa è derivata un’abilità aumentata ai fornelli, che si è rivelata utile anche dopo, quando le restrizioni sociali sono state quasi del tutto eliminate, ma è subentrato il problema del ‘caro bollette’ e l’aumento dei costi delle materie prime.

Ancora oggi, infatti, l’81% degli Italiani dichiara di preferire le preparazioni domestiche degli alimenti di uso quotidiano, rispetto all’acquisto dei prodotti pronti, in vendita nei negozi.

Lo conferma una recente indagine della Coldiretti che, in questa tendenza, individua non solo l’intenzione di fronteggiare i rincari dei beni alimentari e di ridurre gli sprechi, ma anche una ricerca di garanzia sulla genuinità e tracciabilità dei cibi da portare in tavola.

Gli Italiani in cucina: non più "cuochi per caso"

Da quando si trovano ad affrontare le conseguenze di una nuova emergenza -stavolta di tipo economico- 8 Italiani su 10 dichiarano di aver modificato le proprie abitudini alimentari, sostanzialmente scegliendo di preparare personalmente conserve, pane, pasta, pizza e altri alimenti di largo consumo.

Una percentuale così alta di persone che preferiscono acquistare le materie prime, piuttosto che il prodotto finito, si spiega, in primo luogo, con la necessità di contrastare le conseguenze della crisi senza rinunciare ai piaceri della tavola.

Ma la scelta degli Italiani ha anche un’altra motivazione: le preparazioni domestiche sono caratterizzate dalla garanzia di genuinità degli elementi che contengono.

Gli ingredienti utilizzati per realizzare le diverse ricette possono, infatti, essere selezionati tra quelli più naturali, in questo modo semplificando anche la tracciabilità delle materie prime.

Non si tratta più solo di una necessità dettata da una situazione contingente: per molti abitanti del Bel Paese, cucinare i pasti e preferire preparazioni che diano largo spazio alla fantasia e alla creatività è diventata una passione che, in più, permette di ridurre la spesa globale per l’acquisto di prodotti pronti e di razionalizzare i consumi.

Le preparazioni preferite degli Italiani con la passione dei fornelli

Con il ripartire della socialità, il rapporto dei nostri connazionali con le cene organizzate in casa si è evoluto: si stima che, oggi, un buon 30% non aspetta le festività per invitare amici e parenti e, in media una volta a settimana, condivide la tavola con i suoi ospiti.

La pizza si conferma il prodotto più gradito dai commensali di tutte le età e quello più spesso realizzato nelle cucine domestiche di tutto il territorio nazionale.

L’attitudine naturale di alimenti come pizze e focacce a creare aggregazione e momenti di convivialità, ha convinto ormai anche i più giovani a destreggiarsi tra impasti e farciture.

Si tratta di un’attività che viene definita "piacevole e gratificante", agevolata anche dai nuovi strumenti tecnologici a disposizione, che permettono una cottura rapida e precisa, con risultati che si avvicinano sempre di più a quelli delle pizzerie professionali.

Sul podio delle preparazioni più ricorrenti troviamo anche due alimenti di consumo quotidiano, il pane e la pasta; seguono, immediatamente dopo, la salsa di pomodoro e le conserve, dolci o salate ma, tra gli appassionati della gastronomia casalinga, non manca chi si spinge a confezionare dolci, gelati e yogurt.

In tutto ciò, si rileva anche un altro dato curioso: spesso l’obiettivo dei cuochi "fai da te" è sorprendere.

Non a caso, un buon 57% di essi afferma di amare la sperimentazione di nuove ricette, per realizzare le quali acquista materie prime mai provate, tentando incursioni, dall’esito più o meno positivo, nella gastronomia etnica ed esotica.

Resta, comunque, il 43% di Italiani che, cautamente, preferisce affidarsi a piatti conosciuti, capaci di offrire sapori universalmente graditi e risultati sicuri.

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