Rubrica alimentazione: bere acqua in abbondanza

L'importanza di una sana alimentazione a tutte le età

Nutrirsi in modo equilibrato è essenziale per assicurare benessere all’organismo, ma non basta scegliere gli alimenti in grado di apportare tutte le sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno: per il corretto svolgimento di tutti i processi fisiologici è indispensabile una corretta idratazione.

Oltre a essere il primo costituente di ogni alimento, l’acqua è presente in tutti i nostri organi in una percentuale che va dal 60 al 75% e, per evitare squilibri fisiologici, tale distribuzione deve essere sempre mantenuta costante.

1. Perché aumentare il consumo di acqua

Assumere la necessaria quantità di acqua serve a dissetarsi ma svolge, soprattutto, una funzione importantissima per il nostro organismo: quella di idratare le cellule, permettendo loro di innescare le reazioni biochimiche che ne regolano il ciclo vitale.

I benefici di un abbondante consumo di acqua sono evidenti già dai primi giorni in cui si adotta questa buona abitudine, perché il prezioso liquido entra rapidamente in circolo e migliora la struttura di tutti gli organi.

Bere un bicchiere d’acqua al mattino, per esempio, annulla l’effetto di disidratazione notturna e stimola la peristalsi, aiutando lo stomaco ad accogliere la colazione, annullando l’eventuale senso di pesantezza e permettendo, così, di iniziare lo svolgimento delle attività quotidiane con una sensazione positiva di maggiore energia.

L’acqua, inoltre, agisce da solvente per moltissimi nutrienti: le vitamine idrosolubili, gli aminoacidi, il glucosio e i minerali, vengono "trasportati" e utilizzati più rapidamente; anche le scorie metaboliche vengono eliminate più facilmente, incrementando il senso di leggerezza ed evitando fastidiosi gonfiori.

2. Tutti i benefici di una corretta idratazione

L’azione lubrificante dell’acqua permette di "ammortizzare" le articolazioni, consentendo anche alle persone più avanti con l’età di minimizzare gli inevitabili limiti alla mobilità, dovuti al passare del tempo; a ogni età, l’acqua purifica la pelle, esaltandone la naturale elasticità e idrata le mucose, rendendole più efficienti e funzionali.

Anche la respirazione si avvantaggia del giusto apporto di acqua, perché lo scambio di ossigeno e anidride carbonica avviene con più facilità sulle superfici respiratorie: questo fattore interessa non soltanto chi pratica sport (sia a livello agonistico che amatoriale), ma agevola anche l’organismo di chi svolge un’attività lavorativa sedentaria, perché innesca un processo essenziale nella termoregolazione, mantenendo costante la temperatura corporea.

L’acqua da bere deve essere preferibilmente a temperatura ambiente o fresca, naturale o leggermente frizzante e, soprattutto, non addizionata di anidride carbonica.

3. Quanta acqua bisogna bere: il "bilancio idrico"

Dato che il regolare funzionamento di ogni organo del nostro corpo presenta una stretta correlazione con l’assunzione della corretta quantità di acqua, è essenziale mantenere un equilibrio nel rapporto tra le entrate e le uscite di acqua, il cosiddetto "bilancio idrico".

Per stabilire quale sia la giusta quantità d’acqua che serve a ciascun organismo, bisogna fare riferimento a fattori discriminanti soggettivi (l’età, il genere, la dieta seguita, la composizione e il peso corporeo) e oggettivi, come le condizioni climatiche e ambientali.

Considerando che l’acqua è presente anche in molti alimenti, specialmente la frutta e la verdura, in linea di massima è possibile affermare che un individuo che svolga un’attività di media intensità deve assumere almeno due litri di acqua al giorno.

Lasciarsi guidare dallo stimolo della sete è importante ma non sufficiente ad assicurare al fisico il corretto apporto di liquidi: le persone anziane, per esempio, sentono meno la necessità di bere, ma non per questo devono trascurare l’assunzione della giusta quantità di acqua, anche perché il loro fisico corre un rischio di disidratazione ancora più elevato rispetto a un organismo giovane.

Lo stesso criterio deve essere seguito anche per fissare il fabbisogno idrico degli atleti, nei quali il "meccanismo di controllo" basato solo sulla sete può essere fuorviante: per loro, infatti, entrano in gioco altri fattori, primo fra tutti la sudorazione, che fa perdere molta acqua all’organismo, senza che ci si renda conto del reale impoverimento idrico in atto, per esempio durante una gara o nel corso di una sessione di allenamento particolarmente impegnativa, sia fisicamente sia mentalmente.

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